Un valore aggiunto
In che modo la fase di progettazione digitale fornisce autorevolezza a un nuovo progetto? Che si parli di ecosistema aziendale, processo, metodo o pratica, il design può aggiungere valore alle organizzazioni in molti modi diversi; non ultimo quello economico.
In Antreem siamo convinti che una solida base di partenza sia la chiave per costruire un prodotto di successo a 360°. Per questo motivo, la fase di Design – che comprende sia l’analisi del servizio che la concettualizzazione del prodotto – è parte integrante del nostro processo.
L’inserimento di figure con conoscenze differenti ma complementari all’interno dell’iter procedurale, atte a fornire feedback provenienti da aree di competenza diverse, è secondo il nostro punto di vista indispensabile nello sviluppo del progetto.
Frutto del caso?
Pensare che un prodotto, frutto di una brillante intuizione di un manager o di una buona ricerca di mercato debba per forza posizionarsi e competere con risultati soddisfacenti non è del tutto scontato. L’approccio con l’utilizzatore finale gioca un ruolo fondamentale nella fase di adozione.
Quando i prodotti sono costruiti sulle necessità dei clienti, quando sono più facili da usare, quando soddisfano esteticamente, più clienti li acquistano.
Se pensiamo a livello digitale anche piccoli accorgimenti potranno fare la differenza, come la facilità di condivisione o più semplicemente una accessibilità a un raggio d’utenza più allargato. Banalmente parlando, questo flusso di interazioni che si propaga da utente a utente, fa sì che ci sia un ritorno in termini di registrazioni, adozione del prodotto e non ultimo un ritorno in termini economici.
Da qualche anno lo User Experience Design è divenuto un elemento molto importante per ciò che concerne la riconoscibilità del brand, superando sia l’estetica del prodotto finale sia il prezzo. Studi hanno mostrato che gli utenti giudicano un sito web o un’applicazione in un paio di secondi, tanto gli basta per avere una percezione dell’affidabilità del prodotto. Senza un design buono e ben congegnato, vicino alla propria brand identity e ai propri valori, si rischia di perdere clienti e occasioni.
La ricerca delle immagini adatte, il carattere tipografico, la tavolozza dei colori, ogni piccolo particolare contribuisce alla percezione generale che si ha del prodotto; Microsoft ha recentemente divulgato la notizia che il semplice cambio di una tonalità di blu nell’immagine coordinata di alcuni suoi prodotti ha contribuito a un aumento annuo delle vendite corrispondente a 80 milioni di dollari.
Sotto la superficie
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggior parte del lavoro che sta alla base di un buon prodotto di design non è immediatamente percepibile. A causa della natura “invisibile” di una parte così ampia delle attività di progettazione, la maggior parte delle persone limita il proprio concetto di design a quello estetico o visivo. Come accennato in precedenza in questo articolo, questo si traduce nell’avere una bella GUI (Graphic User Interface) in un contesto software. Invece, molto di ciò che rende un prodotto utilizzabile, e persino rilevante, viene creato “dietro le quinte” dal designer.
Volendo trovare una metafora, potremmo pensare a un iceberg, la cui punta rappresenta ciò che è concretamente visibile in atmosfera, ma sott’acqua nasconde l’80% del suo volume. A supporto di questo corretto modo di pensare la progettazione, Antreem viene spesso chiamata a risolvere problematiche relative a singole fasi di un processo (ad esempio la parte di design del servizio o del flusso interattivo), e non solo alla realizzazione dell’intero prodotto. Questo tipo di consulenza “tailored” sul cliente è legata alla flessibilità che l’azienda ha nei confronti sia del cliente che della tipologia di aiuto che è in grado di fornirgli.
Guidati dal design
Alcuni studi condotti dal Design Management Institute hanno dimostrato che quando la crescita di un progetto poggia su basi create coinvolgendo il Design, esso avrà più possibilità di essere accolto dal mercato.
In particolare sono emerse quattro pratiche ben note alle aziende che hanno utilizzato il design come veicolo di crescita del proprio business. Ecco quali:
- leadership analitica: le aziende più performanti annoverano il design tra i problemi del top management e monitorano le sue performance con lo stesso rigore dei conti economici aziendali;
- talento interdisciplinare: introdurre i designer nelle problematiche non strettamente legate alla parte creativa o estetica del prodotto per rendere tutto il percorso di progettazione completamente incentrato sull’utente;
- iterazione continua: gli ambiti in cui il design è maggiormente efficace sono quelli che consentono un approccio che annovera l’apprendimento, i test e l’iterazione con e dagli utenti;
- esperienza utente: il feedback continuo fornito dai social media, la distinzione tra prodotto e servizio viene meno a favore di un’esperienza senza soluzione di continuità.
In conclusione
La parte sommersa dell’iceberg, di cui in precedenza abbiamo accennato, ricopre un ruolo determinante nel grado di accettazione del prodotto da parte del mercato. Attraverso la ricerca e la profonda comprensione dei clienti, le aziende possono generare nuovi flussi di entrate.
La comprensione dei bisogni dell’utente finale, combinata con la progettazione UX, la prototipazione e lo sviluppo iterativo è possibile aumentare l’attrattività di un prodotto. Un’adeguata impostazione della progettazione riduce i tempi di sviluppo ed i costi. Inoltre, i progetti in corso possono raggiungere il mercato più velocemente con adeguati feedback ed accorgimenti. Questi elementi sono riscontrabili nella maggior parte dei casi, perciò non concentrarsi ed evitare di spendere risorse in questo ambito potrebbe rivelarsi controproducente in un secondo momento. Poi non dite che non eravate stati avvisati.